venerdì 12 giugno 2020

Curiosità storica: anche la Cattedrale di San Giuseppe a Vasto aveva un pulpito ed un pergamo!





Anche nella Cattedrale di S. Giuseppe erano presenti un artistico pulpito ed un pergamo con lo stemma della Città del Vasto.
Dopo la donazione alla Cattedrale di S. Giuseppe effettuata dalla signora Teresa Pompei, nipote del pittore Achille Carnevale (1881-1956), dei disegni e spolveri utilizzati per le decorazioni realizzate all'interno della chiesa, sono state ritrovate alcune foto scattate dall'artista stesso nel 1922, durante i lavori effettuati all'interno della chiesa. In una di queste e perfettamente visibile addossato sulla parete destra, prima del transetto, il pulpito in marmo, raggiungibile da una scala mobile.
Questo elemento architettonico, una sorta di "palchetto" sospeso da cui parlava il predicatore, divenne, soprattutto nel Medioevo, un elemento di notevole importanza per l'architettura della chiesa, mentre in epoca barocca e periodi successivi, spesso veniva realizzato di legno, ma meno ricco di decorazioni. Attualmente tale struttura è raramente utilizzata, anche grazie ai moderni sistemi di amplificazione che consentono ai sacerdoti di farsi udire chiaramente anche dall'altare.
Nelle chiese vastesi, sono ancora presenti pulpiti in legno a S. Maria Maggiore, a S. Filomena, al Carmine e all'Addolorata, mentre attraverso le foto d'epoca possiamo ricordare quelle della chiesa di S. Pietro, demolita nel 1959, e della chiesa di Sant'Antonio di Padova.
Del pulpito della cattedrale di S. Giuseppe non abbiamo notizie. Non sappiamo quando e chi l'ha realizzato, ne tantomeno quando è stato rimosso e perché.
A parte la foto del Carnevale, attualmente è presente una foto di Nicola Scotti, che ritrae l'interno della chiesa appena restaurato dove è visibile il pulpito. L'immagine è stata utilizzata per la realizzazione di una cartolina messa in commercio dalla Tabaccheria e Cartoleria L. Izzi di Vasto. Nel retro cartolina  si legge: "Questa Chiesa fu solennemente consacrata il 23 maggio 1923, e dipinta dall'artista Achille Carnevali di Roma a cura del Sig. Luigi de' Baroni Genova".
Le foto successive dell'interno della chiesa risalgono agli anni '50 ed il pulpito non è più presente.
La foto scattata dal Carnevale è davvero straordinaria anche perché ci presenta la chiesa durante i lavori e ci offre alcuni particolari interessanti. Per la prima volta ci mostra, anche se in posizione capovolta, l'antico pergamo della chiesa, con impresso lo stemma della Città del Vasto.
A parlare del pergamo o ambone, ma non del pulpito (forse perché non presente fino al 1841?) è lo storico vastese Luigi Marchesani, il quale ricorda anche, nella sua Storia di Vasto, che lo stemma della città era presente sull'arcale di Porta Nuova, nel chiostro di Sant'Onofrio e, appunto, nella chiesa di S. Giuseppe.

Lino Spadaccini



Particolare del Pulpito


domenica 13 ottobre 2019

L'opera del Carnevale nella chiesa parrocchiale del SS. Crocifisso a Taranto


La chiesa del SS. Crocifisso di Taranto risale agli inizi dell'800. Nel 1898 Mons. Jorio vescovo di Taranto eresse la chiesa a prima parrocchia del Borgo, affidandola alle cure pastorali dell'Ordine Carmelitano dell'antica Osservanza.
La chiesa è oggi conosciuta come SS. Crocifisso per la presenza della venerata scultura lignea XVI o XVII secolo, precedentemente conservata nella Chiesa minorita di S. Antonio, e trasportata nella chiesa del Complesso Conventuale il 4 maggio 1875.
La chiesa è stata decorata tra la fine del 1929 e gli inizi del 1930, come da bozzetto realizzato dal pittore Achille Carnevale nel 1928, approvato dalla commissione arcivescovile e dal ministero.
In base alle informazioni attualmente in nostro possesso, non sappiamo ancora la reale consistenza dell'opera del Carnevale . Numerosi sono i dipinti e le decorazioni presenti lungo le pareti della chiesa, sulla volta, nel presbiterio e nella cupola, alcuni di questi sicuramente riferibili ad altri autori. Ma con certezza sappiamo che il Carnevale è l'autore di tre opere conservate nelle navate laterali: la SS. Trinità ed educazione della Vergine, Il Sacro Cuore di Gesù, e Santa Maria Maddalena dei Pazzi, S.Alberto e S. Teresina del Bambin Gesù, unica opera firmata, datata 1930.

Lino Spadaccini





Bozzetto originale firmato, 1928, collezione privata Wiesbaden


S.Maria Maddalena dei Pazzi, S.Alberto e S. Teresa del Bambin Gesù, 1930


Disegno preliminare


Fotografia originale del quadro appena ultimato

Il Sacro Cuore di Gesù
Bozzetto originale, Collezione privata Wiesbaden

Disegno preliminare
Fotografia originale del quadro appena realizzato




SS.Trinità ed educazione della Vergine

Particolare

Bozzetto originale
Lastra fotografica originale

Fotografia originale del quadro appena realizzato

Fotografia del quadro appena realizzato

Particolare


lunedì 24 giugno 2019

Chiesa di S.Filomena a Vasto: il quadro raffigurante il Barone Giuseppe Antonio Rulli è opera di Achille Carnevale


Il quadro raffigurante il Barone Giuseppe Antonio Rulli che implora la grazia a S. Lucia è opera del pittore Achille Carnevale. Il ritrovamento di alcune lastre fotografiche originali risalenti agli anni '20 del secolo scorso non lasciano dubbi.
L'opera, conservata nella chiesa di S. Filomena, era stata attribuita al pittore vastese Andrea Marchesani, realizzata nella metà dell'Ottocento.
All'interno della graziosa chiesa, nei pressi di Porta Nuova, si conservano altri due quadri del Carnevale: Il Cuore di Cristo Re e S. Benedetto Giuseppe Labre riceve l'elemosina da alcuni contadini. Le tre opere vennero benedette ed esposte al culto nella festa di Cristo Re del 30 ottobre 1927, così come riportato sulle colonne del periodico Il Vastese d'Oltre Oceano: "Nel primo, che sormonta l’altare maggiore S. Giovanni Battista addita il Redentore, circondato da angioli, in un nimbo di luce, mentre ai piedi di Gesù sono in adorazione S. Romualdo e S. Margherita Maria Alacoque; nel secondo, sul primo altare a dritta, il pittore ha ritratto D. Giuseppe Antonio Rulli, che in ginocchio implora da S. Lucia la grazia della guarigione da una grave infermità agli occhi; nel terzo, sul primo altare a sinistra, che ci sembra il più bello di tutti per concezione verità di colorito e per tecnica, S. Giuseppe Benedetto Labre – che nei primi anni della seconda metà dello scorso secolo stette per qualche giorno nel Vasto – è raffigurato nell’atto di ricevere elemosina da alcuni contadini incontrati nella campagna vastese".
Nonostante nell'articolo venga attribuita la paternità del quadro raffigurante S. Lucia al Carnevale, si è pensato più ad un errore del cronista oppure ad un intervento di restauro da parte del pittore romano, risultando poco credibile che nella metà degli anni venti del secolo scorso Luigi Genova avesse potuto commissionare un quadro rappresentante un vero e proprio atto di devozione del nonno, che implora a S. Lucia la grazia della guarigione dalla cecità.
Anche il ritrovamento avvenuto lo scorso anno dei disegni originali dei tre quadri, compreso quello riguardante S. Lucia, non ha chiarito del tutto la situazione, ma ha cominciato a rafforzare l'idea che l'autore del quadro fosse proprio il Carnevale. Perché il pittore avrebbe dovuto riprodurre dal vero il disegno di un quadro già realizzato? Perché aggiungere alcuni particolari sul disegno, come sulla sommità della colonna e nella parete vicina, oppure cambiare il motivo del pavimento?
Questa volta il ritrovamento di alcune lastre fotografiche originali non lasciano spazio a dubbi.
Nelle immagini si notano alcuni personaggi in posa davanti alla tela in fase di realizzazione.
Sulla sinistra della tela, appeso al muro, è presente il disegno originale, mentre sulla tela stessa pende il bozzetto. I personaggi in posa sono stati ripresi dal pittore per la realizzazione del quadro su S. Benedetto Giuseppe Labre.
Oltre alla realizzazione dei tre quadri, il Carnevale si è occupato anche della decorazione della chiesa. Qualche giorno dopo la riapertura, viene affissa una lapide vicino la porta d'ingresso, datata 24 dicembre 1927. Nella stessa, oltre a ricordare brevemente le origini domenicane della chiesa e alcune notizie storiche, si afferma che Luigi Genova nel 1918 LA RESTAURO' E DECORO' / NEL MODO COME ORA SI VEDE / AGGIUNGENDOVI IL CAMPANILE / IN CUI VENNERO SITUATE / COSI' LA CAMPANA GRANDE / L'UNICA CHE LA CHIESA AVEVA / COME LE DUE PIU' PICCOLE DA LUI FATTE COSTRUIRE / OLTRE DI CHE EGLI RIFORNI’ LA CHIESA / DI NUOVE SUPPELLETTILI ED ARREDI SACRI.
Senza ombra di dubbio è possibile fissare l'inizio dei restauri al 1918, mentre la decorazione interna della chiesa potrebbe risalire intorno al 1923/1924, immediatamente dopo la riapertura della chiesa di S. Giuseppe, decorata sempre dal Carnevale. Infatti, il ritrovamento tra le carte dell'artista di alcuni bozzetti e disegni degli interni della chiesa, non dovrebbero lasciare molti dubbi sulla paternità dei lavori. Un articolo pubblicato in data 12 novembre 1927 sul quotidiano romano Il Messaggero, sembra confermare questa tesi: "I lavori della chiesa di S. Filomena sono stati iniziati e portati a termine con la riconosciuta competenza ed esattezza, dal valente pittore prof. Carnevali di Roma, e la piccola chiesa, che è oggi un vero gioiello di moderna decorazione, è stata, nel tempo istesso, dal nobile signore (comm. Luigi Genova) anche arricchita di quadri pregevoli, di arredi magnifici e di paramenti sacri di non lieve valore".
Ancora un sentito ringraziamento a Teresa Pompei, nipote del pittore Achille Carnevale, che con grande generosità ha messo a disposizione il materiale del nonno permettendo di effettuare interessanti scoperte sulle opere realizzate a Vasto ed anche in altri luoghi dove il pittore ha operato.

Lino Spadaccini